L’AIDS è una malattia infettiva con trasmissione orizzontale o verticale; comparsa ad Atlanta nel 1981 e diagnosticata per la prima volta su cinque uomini omosessuali di Los Angeles, fu l’incubo di una generazione. In principio le sue cause erano ignote e gli scienziati vi si riferivano con il nome delle malattie a essa associate (come la linfoadenopatia). Il termine AIDS venne coniato nel 1982. L’identificazione dei rapporti sessuali, delle trasfusioni di sangue e degli aghi ipodermici come cause della malattia permise di individuare adeguate misure preventive: tra queste, l’utilizzo del profilattico, indicazione che suscitò non poche polemiche dagli esponenti del mondo cattolico; poiché le comunità più colpite dall’AIDS erano costituite da omosessuali, eroinomani, haitiani ed emofiliaci, nacquero vergognose speculazioni sull’origine della malattia. Secondo alcuni era nata in seguito a un rapporto sessuale zoofilo, altri dicevano l’avesse creata Dio per punire uno stile di vita libertino. L’origine dell’AIDS è ancora oscura, ma non del tutto sconosciuta: deriva dal virus di immunodeficienza delle scimmie che in Africa colpisce alcuni primati; il salto di specie potrebbe essere legato a vaccinazioni contro il vaiolo eseguite con aghi non sterili o a malattie ulcerative dei genitali dovute alle attività di prostituzione. Il virus si sarebbe poi spostato in America a causa del colonialismo.
Tra le vittime illustri dell’AIDS troviamo Freddie Mercury, Michel Foucault e Pier Vittorio Tondelli; la malattia generò il panico in una generazione, con pubblicità progresso dai toni eccessivamente cupi, nate con l’intenzione di convincere gli individui ad adottare comportamenti preventivi in grado di bloccare la diffusione della malattia, ma che non fecero altro che alimentare un’angoscia che si trasformò in stigmatizzazione. Ad essere oggetto della stigmatizzazione non furono solo i malati di AIDS, ma anche persone dai comportamenti trasgressivi, come omosessuali e individui che si dedicavano al consumo di droghe. In alcuni Paesi la forte presenza della malattia ha determinato una carenza di capitale umano, con nefaste ripercussioni sul Prodotto Interno Lordo. Nel 2007, nel mondo, si contavano 12milioni di orfani dell’AIDS. Le terapie per combattere il decorso della malattia, come rilevato da uno studio effettuato nella Costa d’Avorio, comportano per le famiglie un raddoppiamento delle spese sanitarie.
La terapia farmacologica per i malati di AIDS si deve concentrare sul bersagliamento di specifici enzimi e proteine; in molti casi le scoperte effettuate in ambito farmacologico hanno reso l’AIDS una patologia dalla gravità pari a quella del diabete o dell’ipertensione. A causa del ciclo biologico dei retrovirus, però, la scoperta di un vaccino specifico appare ancora come una chimera. Una volta contratta l’infezione, la profilassi post-esposizione diviene di fondamentale importanza, ma tuttavia questa presenta effetti collaterali come nausea e diarrea. Il primo farmaco in grado di contrastare l’AIDS, l’azidotimidina (inibitore della trascrittasi inversa) venne scoperto nel 1987. La monoterapia fu però abbandonata nel 1991, quando venne messa in commercio una terapia a due farmaci, poiché l’azidotimidina era particolarmente tossica. L’attuale terapia standard, la HAART,
che migliora la qualità della vita del paziente e riduce complicanze e viremia, divenne possibile nel 1996, grazie alla scoperta di inibitori della proteasi.
Christian Trevisti


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