Per la Giornata Internazionale Contro l’Omobitransfobia: perché di omofobia e transfobia si muore ancora oggi.
La Giornata Internazionale Contro l'Omofobia, la Bifobia e la Transfobia è stata istituita nel 2004, grazie all’instancabile lavoro dello scrittore e attivista francese Louis-George Tin, 14 anni dopo la storica decisone dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di rimuovere l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali e celebrata, quindi, nello stesso giorno, il 17 maggio.
Una giornata creata per sensibilizzare e celebrare la diversità e per attirare l’attenzione sulle continue discriminazioni subite in tutto il mondo da lesbiche, gay, bisessuali, persone intersex e transgender.
È anche un’occasione per celebrare i diritti conquistati delle precedenti generazioni di persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ e, soprattutto per ricordare chi continua a lottare per vivere come desidera e chi è morto facendolo.
Infatti, è in questa circostanza che ricordiamo che in 67 Paesi l’omosessualità è illegale e in 7 di essi è punibile con la pena di morte.
Ricordiamo anche che, nei Paesi dove essere omosessuali non è criminalizzato, i diritti tanto conquistati sono comunque minacciati dall’omofobia e dalla transfobia.
Ad esempio, nel nostro Paese, una grande, ma silenziosa minaccia è rappresentata dalle terapie di conversione che, come in tanti, troppi altri Stati, non sono ancora state rese illegali, anche se sono state dichiarate una forma di tortura nel 2020.
Ma oltre ad essere costantemente minacciata, la comunità LGBTQ+ italiana e mondiale non è nemmeno adeguatamente protetta, data l’inesistenza di leggi che criminalizzino le discriminazioni e le violenze sulla base del genere e della sessualità.
Le donne transgender, in particolare, continuano ad essere le principali vittime di omicidi: secondo i dati pubblicati nel 2017 dal Trans Murder Monitoring, il 62% dei sex-workers uccisə sono proprio donne trans. Più recentemente, in Inghilterra la giovane Brianna Ghey è stata accoltellata in un parco. La colpa? Essere una ragazza transgender.
Nell’ultimo anno, infatti, in diversi Paesi europei e negli Stati Uniti è stato registrato un aumento delle violenze contro la comunità LGBTQ+.
Anche i suicidi, una delle principali cause di morte all’interno della community, in particolare tra gli adolescentə, sono in aumento come dimostrano i dati raccolti da The Trevor Project e It Gets Better Project, come è accaduto per la professoressa transgender Cloe Bianco, che si è tolta la vita dopo che era stata allontanata dalla scuola in cui insegnava perché era entrata in classe vestita in abiti femminili.
Perché, nonostante le continue lotte e nonostante le innumerevoli vittorie “sulla carta”, di omofobia e di transfobia si continua a morire.
Il tema degli eventi che si terranno nella Giornata Internazionale Contro la Omobitransfobia di quest’anno, organizzarti dall’associazione IDAHOBIT e dall’ IDAHO Commitee, sarà “Together always: united in diversity”. Perché è vero che l’omobitransfobia continua a fare del male, perché è vero che l’odio e l’intolleranza uccidono ancora, ma l’unione fa la forza e la diversità ci rende ricchi.
- Lisia Petrini -
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