Come nasce e perché? 
Il 22 Aprile è la data istituita nel 1970 per celebrare l’Earth Day. Questa decisione nasce negli Stati Uniti da Gaylord Nelson, un politico sensibile alla tematica ambientale che capì che per salvaguardare il Pianeta vi era bisogno di collettività, rivoluzione e cooperazione. Le Nazioni Unite stabilirono poi che questa ricorrenza diventasse Giornata Mondiale e ora sono ben 192 gli Stati che la celebrano, tra cui anche l’Italia
Il giorno dedicato alla Terra nasce, dunque, dall’esigenza di responsabilizzare governi e pubblica opinione verso tematiche molto delicate come: inquinamento, perdita di biodiversità e sviluppo e utilizzo delle risorse rinnovabili.

Dagli anni ’70 ad oggi
Già prima del 1970 la salvaguardia dell’ambiente era una tematica molto sentita. L’evento scatenante che però fece sentire il bisogno di fare un qualcosa di più fu il disastro ambientale di Santa Barbara del 1969, causato da una fuoriuscita di petrolio. Questo tragico incidente fece capire che non era più tempo di rimanere fermi a guardare.
Quel tempo, oggi, è più scarso che mai. Un filo che ogni giorno si assottiglia sempre di più. Oggi, ciò che spinge migliaia di cittadini a scendere nelle piazze non è la fuoriuscita da un pozzo petrolifero, ma qualcosa che fa parte delle nostre vite ogni giorno: il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico è frutto delle nostre azioni e scelte di ogni giorno. Lo possiamo rivedere nei nostri fiumi, dove si registrano livelli d’acqua che solitamente si vedono a fine estate; nelle siccità che colpiscono duramente i nostri terreni; nelle calde giornate invernali, a volte un po’ troppo calde.
Lo possiamo rivedere anche nei nostri mari. Soprattutto nei mari. Essi sono, infatti, il motore di questo Pianeta. Fino ad ora hanno mitigato gli effetti dei cambiamenti climatici, assorbendo fino al 90% del calore dei gas serra e milioni di tonnellate di anidride carbonica. Ciò si traduce in acidificazione e innalzamento della temperatura media dei nostri oceani, mettendo a serio rischio la salute delle specie marine. Infatti, sono diverse le specie che risentono di questi cambiamenti: a partire dallo sbiancamento dei coralli fino ad arrivare all’alterazione degli equilibri degli ecosistemi marini. Ciò causa danni non solo agli ecosistemi ma anche a servizi umani come il turismo e la pesca che si basano sul benessere di questi ecosistemi.

Un’inversione di rotta
Cosa possiamo fare, quindi, per cercare di invertire la rotta e rallentare questo processo che ormai pare incontrollato? Nel corso soprattutto degli ultimi anni, sono state diverse le azioni sostenibili nate e portate avanti. Una di queste è lo sviluppo e utilizzo delle risorse rinnovabili (eolico, solare, geotermico, idroelettrico). Purtroppo, da sole, queste risorse non bastano, perché non sono risorse costanti, ma sicuramente rappresentano un punto di partenza per poter cambiare la direzione verso cui stiamo andando. 
Una realtà più complessa, invece, è il mondo della moda, che da sola rappresenta l’8-10% delle emissioni globali di gas serra. La moda, nel corso degli ultimi anni ha creato il fenomeno del fast fashion, ovvero il fenomeno in cui aziende riescono a immettere in poco tempo sul mercato capi di abbigliamento che, molto spesso, dopo poco vengono rimossi e sostituiti. Questa pratica non è sostenibile. Le colture intensive di cotone per produrre in continuazione nuovi abiti gravano fortemente sui bacini idrici, contribuendo alla siccità. Inoltre, l’altro materiale molto utilizzato è il poliestere, un derivato del petrolio e principale produttore delle microplastiche presenti nei nostri mari. Fortunatamente, se da un lato si hanno questo tipo di realtà, dall’altro vi sono ve ne sono altre sostenibili che riciclano plastica, tessuti di scarto, o addirittura materiali organici per le creazioni di abiti e calzature ecocompatibili
Ma non finisce qui! Ogni giorno, nel mondo, sono tantissime le start up che nascono con l’intento di rivoluzionare l’economia, rendendola circolare e sostenibile, dando una seconda vita a materiali che altrimenti sarebbero di scarto!

E tu, nel tuo piccolo, cosa puoi fare?
Un obiettivo dell’Earth Day, oltre a quello di responsabilizzare è anche quello di guidare, verso stili di vita più sostenibili, le persone. Come? Tramite i piccoli gesti. Tanti piccoli gesti che insieme fanno la differenza. Di seguito ve ne indichiamo 10. Non saranno i più importanti, i più conosciuti o i più influenti, ma sono dei gesti che sicuramente, ognuno di noi, con un po’ di attenzione, può fare:
1. RIDUCI LO SPRECO DI ACQUA: che sia mentre ti stai lavando i denti, mentre ti insaponi sotto la doccia o mentre lavi i piatti, chiudi il rubinetto quando non ti serve. Non esiste una stima dell’acqua sprecata in media all’interno delle abitazioni, ma è facile farlo: ogni minuto in cui un rubinetto è aperto al massimo scorrono otto litri di acqua. Quanto tempo lo lasci aperto?
2. SPEGNI LE LUCI: spesso capita di andare in bagno all’università e lasciare la luce accesa o, dentro casa, di muoversi da una stanza all’altra, magari per fare uno spuntino in cucina mentre si fa pausa dallo studio. Ecco, quando esci dal bagno o dalla tua camera ricordati di spegnere sempre la luce. Pensa che non lo fai solo per l’ambiente…ma, nel secondo caso, anche per il tuo portafoglio!
3. NON LASCIARE CAVI ATTACCATI ALLE PRESE: quante volte ti sarà capitato di staccare il cellulare dal caricatore senza staccare il caricatore? Bene. Sai che spendi fino a 40 euro in più per questo? Quindi, la prossima volta, ricordati di staccare anche il caricatore o di spegnere la ciabatta!
4. PAROLA D’ORDINE: “RICICLO”: dai vestiti alle scarpe, dalla raccolta differenziata…all’acqua! Già, l’acqua può essere “riciclata” in diversi modi. Ad esempio, quando piove, puoi raccogliere l’acqua piovana per annaffiare le piante o lavare i vetri o l’auto in un secondo momento. Addirittura, puoi riciclare l’acqua di cottura per lavare piatti o annaffiare!
5. USA PRODOTTI ECOCOMPATIBILI: oltre a quelli già citati, ci sono davvero tantissimi prodotti per la cura personale che possono essere sostenibili, come dentifrici, cotton fioc, spazzolini e tanto altro. Basta solo cercare!
6.GLI ELETTRODOMESTICI: UNA SALVEZZA E UNA CONDANNA: gli elettrodomestici sicuramente hanno avuto un ruolo importante nel miglioramento del confort nelle nostre vite. Ma li usiamo in maniera sostenibile? Ecco alcuni esempi: sbrina spesso il frigo, il ghiaccio fa consumare più energia; usa lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico e sempre nelle fasce orarie non di punta (ovvero le notturne).
7.SI AVVICINA IL CALDO E ANCHE I CONDIZIONATORI: la storia dei condizionatori è quella di un cane che si morde la coda: si accendono i condizionatori perché fa caldo => i condizionatori contribuiscono ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale => fa ancora più caldo => si usano ancora di più i condizionatori! Sai che un modo per mantenere l’ambiente fresco è anche quello di abbassare le tapparelle e creare zone d’ombra? O aprire le finestre in modo da creare corrente? Poi, se proprio bisogna accenderlo, setta il condizionatore ad una bassa velocità di ventilazione: l’aria si raffredderà di più e consumerai di meno!
8.COMPRA A KM0: la maggior parte dell’energia utilizzata per la produzione di verdura non proviene dalla sua coltivazione (solo il 20%) ma dal suo trasporto, refrigerazione, lavorazione e distribuzione!
9.ACQUISTA IN MODO CONSAPEVOLE: a volte comprare a km0 non è possibile o comunque non con tutti i prodotti. Ma c’è una cosa che puoi fare per continuare a fare acquisti in maniera sostenibile: informati. Ci sono diversi marchi di garanzia, diverse realtà, spesso piccole, che si distinguono dalla massa. Capita di trovarle anche nei supermercati, basta solo scegliere in modo consapevole.
10.FAI SENTIRE LA TUA VOCE: una voce da sola è solo una voce, ma tante voci, insieme, formano un coro. Solo uniti e collaborando possiamo sperare di poter migliorare il nostro futuro!

Valentina Tavolazzi di Impronta Animale

Date: 
22/04/2023 - 00:00
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